SINGLES GOING STEADY: The Head Hunters- "Hour x Hour" (HHR 001, 2024)

C'era una volta il singolo : dischetti in vinile, perlopiú in formato 7 pollici (poco meno di 18cm) che contenevano generalmente un brano per lato (in casi meno frequenti anche tre o quattro in tutto, a seconda della durata, veri e propri "Extended Play"). 

Il lato A era di solito un pezzo scelto dalle etichette per promuovere un album e rappresentarlo nelle rotazioni radiofonoche, quindi generalmente si trattava di un pezzo bello forte, di sufficiente presa da poter "trainare" l' intero LP e/o anticiparne l' ascolto, mentre sul retro trovavava posto una composizione inedita poi non inclusa nel 33 giri (nei casi piú pigri, invece sí) oppure una versione strumentale, magari live o alternativa, insomma una "chicchetta", la famosa "B-side".

Strumento promozionale dunque, in essenza ed in primis, per "spingere" l' artista di turno e generare passaggi in radio nonché un bell' amo per adescare i collezionisti, ma anche un' opportunitá per i piú giovani o meno abbienti di mettersi in casa un pezzo di vinile della pop star del cuore per pochi spiccioli.

Oltre a ció, il singolo funzionava benissimo sia come biglietto da visita per introdurre un nuovo artista o gruppo nonché come utile veicolo per idee che, per un motivo o per un altro, non avrebbero trovato posto su un LP; 
Ancor di piú, la sua condivisibilitá e bassi costi di produzione ne fecero da subito vero e proprio pane quotidiano per i movimenti underground ed é difficile oggi pensare a trend seminali come la British Invasion, il Garage Americano dei 60s o il Punk di fine anni 70 tutto tralasciando il ruolo primario giocato quei circoletti di plastica.

Oggigiorno, l' Industria musicale, ormai concentrata nello strapotere di un paio di conglomerati multimediali giganti, praticamente non esiste piú, manco le radio se la passano troppo bene e lo stesso modo di fruire di musica é stato irrimediabilmente alterato, dall' avvento di Internet e dello "streaming" ma, piú in generale, dal profondo e drammatico cambiamento della societá intera.
Il singolo é cosí un oggetto da modernariato, molto spesso feticcio per collezionisti, con esemplari tra i piú rari e ambiti che cambiano mano a cifre da aprire un mutuo.

Ma per fortuna, l' Underground non conosce tempo, mode o trend, esiste in una sua capsula temporale indipendente e lí (specialmente se parliamo di Underground RnR, Punk, Garage o Indie) il "singoletto" ancora tiene duro, "Goes Steady", per dirla con i Buzzcocks.
Come se stessi scrivendo l' immaginaria colonna del "Singolo Del Mese" per un "Sounds" o "Record Mirror" d' antan, vi presento oggi il "Singolo Del Mese" qui al Ramblin Erikk's Polka-Dot Bar: "Hour x Hour" debutto degli Head Hunters di Birmingham, appena uscito per la loro Head Hunter Records.

Gli Head Hunters, "Cacciatori Di Teste" sono un gruppo di recentissima formazione ma di certo non é di pivellini alle prime armi che stiamo parlando : Darren "Rockin' Ray" Birch e Ozzie, rispettivamente basso e batteria formavano la serratissima e rocciosa sezione ritmica dei leggendari Gunfire Dance (probabilmente la MIGLIORE band in assoluto dell' intera ondata "Sleaze" mondiale) il chitarrista Martyn "Nelsta" Nelson proviene dai King Adora, sempre di Birmingham (tra la fine anni 90 e inizi Duemila artefici di un Glam/Punk/Indie giusto al crocevia tra primi Manic Street Preachers e D Generation, pur senza disdegnare qualche apertura più commerciale) e anche Jez Miller, cantante, chitarrista e frontman, vanta un pedigree bello stagionato (lo ricordiamo alla guida dei suoi The Men That Will Not Be Blamed e Flesh Tetris nonché per la sua breve militanza nientemeno che nei riuniti Lords Of The New Church a inizio 2000, oltre alla touring band Inglese di Walter Lure con Birchy e Ozzie).

É proprio dei giá citati e compianti (mai troppo lodati) Gunfire Dance che questi Head Hunters sembrano raccogliere l' ereditá e testamento sonico, spirituale e ideale.

A comiciare dalla copertina di Dave Twist, che raffigura un close-up dell' occhio del loro carismatico cantante e frontman Anthony "Ant" Bullock, scomparso tragicamente nel 2006 e ricordato assieme a Walter Lure nelle note di retro copertina.

Ed esattamente come nel caso della band madre, associare gli Head Hunters al panorama Sleaze, Hard o Glam-Punk, come lo si voglia chiamare, sarebbe una mossa estremamente riduttiva e sempliciona.

In questi solchi non troverete nulla delle facili giggionerie falso-camp e filo-metallare tipiche di molti dei gruppi, perlopiú Statunitensi, a cui il genere ha finito, giocoforza, per divenire associato : questa é una vera Rock N Roll band con solidissime radici nel Punk dei tardi anni '70 cosí come nel Garage di dieci anni prima, per non parlare del Proto-punk di Stooges e NY Dolls e del RnR classico di marca Stones/Mott/Faces, con in piú un tiro assassino del Soul piú sanguigno e bollente.

Insomma, vero RnR e non certo robetta da stadii e arene.

Tanti gli elementi del loro DNA sonoro che vengono brillantemente e naturalmente a galla in queste due schegge di vetriolo, entrambe catturate in presa diretta al Tower Of Songs di Kings Norton a Febbraio di quest' anno.

"Hour x Hour", il lato A, é una rabbiosa esplosione di fuzz tra Stooges e Hypnotics dal portamento anthemico e micidiale, inevitabile pensare al magma di "Fun House" mentre l' urlo sguaiato e adolescenziale di Miller squarcia la propria strada attraverso il muro tellurico di chitarra, basso e batteria.

Roba bella pesante e c'é solo da immaginare la potenza di cui un gruppo simile possa essere capace sul palco (purtroppo, e mea culpa, ancora non sono riuscito a vederli, ma non mancherá occasione).

Si tratta di un conclamato ritorno al Rock N Roll piú sudato, lercio e stradaiolo, roba senza data di scadenza né etichette, tantomeno compromessi, di sorta.

Se al momento della loro malaugurara reunion in studio del 2007 (il pessimo, pressoché indifendibile "The Weirdness") gli Stooges avessero suonato in questo modo, sarebbe avvenuto il miracolo.

L' inconfondibile, preciso drumming di Ozzie apre le danze (a colpi di pistola, viene da dire) per essere presto avvolto da un Wah-Wah ultra-distorto che sfocia in una strofa a rotta do collo e un chorus memore dei migliori MC5 :  puro fulmicotone RnR!

Ma, se ció, visti i personaggi coinvolti, era tuttosommato lecito presagirlo, Il retro, "You Got Me Humming" é una vera, graditissima sorpresa nonché un' ulteriore marcia in piú.

Si tratta, in fatti, del geniale ripescaggio di un classico di Sam & Dave del 1966, che trascina il Soul irrefrenabile dell' originale nelle piú lascive fiamme dell' inferno, serrando e accellerando i tempi fino allo spasimo.

Davvero impossibile smettere di muovere il culo con roba del genere : ne vuoi sempre di piú, ha l' odore del sesso e il dolceamaro sapore del peccato.

In breve, vero RnR e tutto ció che dovrebbe sempre incarnare, diffidare delle imitazioni.

In forza di una musicianship di primissimo livello e un' attitudine che non si puó né comprare, né tantomeno insegnare nelle scuole, gli Head Hunters si impongono giá con questo fulminante debutto come una realtá con cui dover fare i conti, quando d' ora in poi si parlerá di AUTENTICO RnR.

Seguiteli, perché ho come la netta sensazione che il bello debba ancora venire.

Il RnR é vivo e vegeto.

Ramblin Erikk sorride felice, la pila di lattine vuote sale e aumentano a vista d'occhio le cicche nel posacenere : tutto é ok, in questo strafottuto 2024.




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