Gioventú Bruciata : Wasted Youth Live @ The Hare & Hounds, Birmingham 13.06.2024

 Ken Scott é un uomo molto saggio : se 40 e piú anni fa, le sue canzoni celebravano la sua "Gioventú Bruciata", orgogliosamente ma anche mettendone a nudo l' intrinseca fragilitá, racconti di notti accese dalla fiamma dell' edonismo e della brama di vivere, passate a rincorrere i propri demoni con la disarmante luciditá di chi "é al corrente delle conseguenze", oggigiorno, alla luce di una rinascita personale e artistica che hanno del miracoloso, offrono importante monito nonché, piú che mai, grande motivo di ispirazione.

La sera del 13 Giugno all' Hare & Hounds di Kings Heath é dunque una grande celebrazione, i WY tornano qui a Birmingham dopo la calorosissima accoglienza alle due date di supporto ai Pop Will Eat Itself dello scorso Ottobre, il pubblico é composto per lo piú da aficionados e la band appare tonica, in forma decisamente smagliante (per lo piú, come mi rivela Ken, alla vigilia dell' inizio delle registrazioni di ció che sará il tanto sospirato seguito di quel seminale "Wild & Wandering" che, nel 1981, li impose all' attenzione della scena Post-Punk mondiale).
"Happy Music For Happy People", musica felice per gente felice, questo lo slogan coniato da Ken Scott, con una bella sporta di ironia, viene da pensare, visto che proprio allegrissime molte di queste canzoni non lo sono mica tanto, eppure é proprio gioia ció che riescono a trasmettere in sede live e ció che si riscontra sui volti degli entusiasti astanti in un Hare & Hounds gremito e piú che mai sudato e festoso.
Aprono la serata gli ottimi Strip Search Tramp di Coventry, la nuova band di Tracey Skarzynska (Thee Acid Tongue, Revolt Chix USA, Army of Skanks) assieme a Mr Dibs (Evil Blizzard, Krel, Hawkwind) Sharif Anwar (Annex UK), DOC (Annex UK, Cross Buzz Safari) e Niall McCloud (The Pact, Rawhead) fresca della pubblicazione del loro primo CD "B-Movie Disasters che trascina e conquista il pubblico con un mix intossicante di Punk N Roll a forti tinte Sci-Fi tra Cramps, Misfits e Murder Dolls, suggestioni B-Movie Horror e un leggero retrogusto Industrial.
Grande presenza scenica e canzoni di sicura presa per un gruppo da tenere d' occhio!
Siamo sicché giá belli carichi quando gli Wasted Youth iniziano, esattamente come nel loro LP "Live" del 1982, il loro set con la tirata e anthemica "Paris, France".
Baritono fascinoso e Synth sugli scudi, Ken Scott comanda all' istante l' attenzione della massa umana accalcatasi sotto al palco mentre i bordoni di Rocco Barker menano fendenti nella frenetica trama Glam del brano.
Questa attuale line-up é potente e muscolare, innervando le classiche composizioni della band di una forza e un' impatto frontale davvero travolgente.
Ken, suadente leader e maestro di cerimonie vestito come un Dandy Vittoriano psichedelico e Rocco, istrionico chitarrista (poi nei grandissimi Flesh For Lulu assieme al compianto Nick Marsh) e maestro del feedback che come pochi, occhiali scuri perennemente sugli occhi, sciarpa di seta glitterata e stivaletti col tacco Cubano, riesce a incarnare alla perfezione un' iconografia puramente RnR, tengono banco dalla formazione originale, coadiuvati dall' energico apporto dei giovani innesti Alan Temple (batteria) Sabrina Amade (basso) e Josef Rosam (chitarra).
Gli Wasted Youth hanno perso per strada sia il bassista che batterista originali Darren Murphy e Andy Scott (ex-Cockney Rejects, anche) entrambi tragicamente rimasti vittima del Cancro rispettivamente nel 2012 e 2021; Il sorprendente ritorno alle scene della band, avvenuto nel 2021, é un omaggio al loro spirito indomito oltre che l' avvincente storia di una rinascita umana e musicale tout-court.
Lo stile inconfondibile e molto personale, un post-punk nervoso e oscuro influenzato in parti uguali da Psichedelia e Garage di metá anni '60, rumore (e calore) bianco di chiara marca VU e decadenza glitter mutuata dal Bowie dei primi Seventies, che ha portato in parecchi a considerare proprio gli Wasted Youth il primo, defacto, gruppo realmente "Goth" (1979) della scena Inglese, rimane intatto e immutato, se é possibile tirato a lucido e irrobustito da questa nuova, energica ed agile line-up.
Il caleidoscopio a rotta di collo di "Little Jack" mantiene alto il tiro e l' atmosfera bella bollente, é lampante che ci troviamo di fronte a un repertorio ricco di gemme di raro valore e brillantezza, canzoni che di sicuro avrebbero meritato ben altro successo commerciale e di massa, se solo avessero trovato il supporto di un' etichetta discografica piú potente e attenta e le circostanze attorno al gruppo si fossero rivelate meno avverse (essí che del senno di poi son piene le fosse, ma tant'é).
"Maybe We'll Die" era l' arrembante brano che apriva il lato A del bellissimo, unico LP in studio della band, quel "Wild & Wandering" che resta tutt' oggi uno degli episodi piú fulgidi di un periodo e scena musicali peraltro ultra-fertili e ricchi di grandissimi talenti e band (il titolo dell' album forní l' ispirazione ai dance-rockers di Birmingham Pop Will Eat Itself, da sempre fan sfegatati, per la ragione sociale della loro primissima incarnazione!).
Vero e proprio manifesto di intenti di una gioventú irrequieta, colta e decadente :

"Noi, noi amiamo il romanticismo
Noi, conosciamo bene le conseguenze
Noi, siamo bellissimi, stupendi
Noi, siamo, ma chi ha mai detto che sappiamo tutto

Cammineremo con loro, parleremo con loro, mangeremo con loro, dormiremo con loro....
Forse moriremo con loro. Chi lo sa?"

La band non lascia requie, inanelando in maniera forsennata "Baby" e la rara "Fishes" in un notevole equilibrio di hits  e gemme nascoste, per poi lasciare spazio alla giostrina psichedelica (e psicotica) del loro primo singolo "Jealousy".
"Housewife", sempre da "Wild & Wandering" presenta un inquietante quadretto di alienazione domestica degno della piú scarna tradizione "Kitchen Sink" Britannica :

"Ne ha avuto abbastanza, non ce la fa piú
Tutto sembra andare per il verso peggiore
É disperata e si arrampica sugli specchi
La noia é una scimmia dagli artigli di velluto
É una donna di casa"

"Man Found Dead In A Graveyard" sfocia spontanea in una citazione di "Sister Ray" dei maestri Velvet Underground mentre "If Tomorrow" offre uno squarcio di sofferto intimismo e tenerezza (davvero surreale e indescrivibile, per chi conosce e ama la band, assistere alla performance di questa canzone dal vivo).
Niente "Games", purtroppo, pezzo che personalmente amo moltissimo, ma puntualmente arriva il classicone "Survivors", questa volta in entrambe le parti che originariamente lo componevano.
Come in una pagina pescata a caso dal songwriting di Lou Reed, scorre un cast di personaggi tanto affascinanti quanto smarriti mentre il ritmo si fa sempre piú incalzante e dirompente.
Susan, James, Charlie e Harry sono tutti, a modo loro, "Sopravvissuti" :

"Camminiamo sotto la pioggia battente
Insieme formeremo una collana floreale
Guardali barcollare e cadere
Sgretoleremo l' Impero
Dici di essere la regina di tutti i sogni,
Ma non sei altro che una Venere in Blue-Jeans
Sto male e sto tremendo
Guarda che roba che sto prendendo
Diomio James, sei proprio figo
Marinai qui e marinai lí
Attenzione, dolcezza, sta arrivando
Siamo tutti sopravvissuti"

"I Wish I Was A Girl" scatena il pogo generale confessando pulsioni segrete di travestitismo ai limiti del gender-bending, tema molto coraggioso per la grigia Inghilterra dell' epoca.
Cosí come era estremamente raro, in quegli anni e in quella parte del mondo, che una band di estrazione Post-Punk citasse apertamente il Garage-Punk Americano come fanno i WY in "(Do The) Caveman)".
Tenete bene a mente, questo accade diversi anni prima dell' intera ondata Neo-Garage che sarebbe presto assurta a prominenza underground in tutta Europa e, all' epoca, gli unici rappresentanti coevi degni di nota (o in alcun modo reperibili) erano gruppi Statunitensi come Cramps, Fleshtones e DMZ!
Molto avanti (e indietro) con gli anni, la Gioventú Bruciata.
É l'ultimo encore e il gruppo si congeda; 70 minuti di RnR corposo, affilato ma anche sapientemente arrangiato (incredibile il sound sul palco, ovviamente frutto del bel lavoro di tecnici del suono belli navigati).
Bellissimo concerto, una performance veramente da incorniciare che riconferma lo stato di piena salute di uno dei gruppi che piú amo e seguo con grande affetto; L' auspicio per il nuovo album imminente é decisamente roseo e il futuro é ancora tutto da scrivere.
Happy Music For Happy People, We're All Survivors.
Cinque Stelle Cinque.














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